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Colonscopia, l’incremento di quella virtuale per abbattere le liste d’attesa
Prima pagina, Salute, Sanità
Redazione
18 Apr 2025
CanaveseChivassoCintura Nord di TorinoCiriaceseCirièTorineseValli di Lanzo
Il progetto dell'Asl To4 che integra le due soluzioni, i medici: «Richieste in aumento e da persone sempre più giovani. Diagnosi attendibili come per quella tradizionale»
Colonscopia, l’incremento di quella virtuale per abbattere le liste d’attesa
È una metodica meno invasiva, meno rischiosa e meglio accettata e tollerata, soprattutto da persone fragili o anziani

Ieri presso la sede dell’Asl To 4 è stato presentato alla stampa il progetto di abbattimento delle liste di attesa per colonscopia tradizionale mediante l’implementazione di TC colonscopia virtuale. Alla presentazione erano presenti il direttore generale dell’azienda sanitaria locale Luigi Vercellino e le dottoresse Edda Battaglia, direttore della Gastroenterologia e Francesca Bisanti, direttore della Radiologia a Chivasso  e Coordinatore della rete delle Radiologie di tutta l’Asl To4, che hanno realizzato il succitato e innovativo progetto. (Nella foto in home)

«Ringrazio le dottoresse Battaglia e Bisanti per le competenze e per il livello di innovazione che hanno messo in campo  – ha detto il direttore Luigi Vercellino – La capacità di lavorare insieme con soluzioni integrate e coordinate su problematiche come le liste di attesa rappresenta un valore aggiunto che ha anche un valore simbolico, costituendo un modello che può valere per tutta l’Azienda».

Punti e obiettivi del progetto

La dottoressa Edda Battaglia è poi entrata nel dettaglio: «La colonscopia è un esame fondamentale nella diagnostica e terapia delle patologie acute e croniche e oncologiche o preneoplastiche del tratto digerente, oggi patologia crescente anche in fasce di età più giovani rispetto al passato.  A livello nazionale il problema delle liste di attesa per una colonscopia rappresenta oggi una delle principali criticità in ambito gastroenterologico, con impatti significativi sull’accesso alle prestazioni sanitarie e sull’efficienza del sistema stesso: il numero di richieste cresce per le nuove necessità della popolazione che non solo invecchia, ma fa prima questo tipo di esame, e il sistema sanitario va in crisi per le difficoltà oggettive di personale e di tecnologia.  Al centro c’è il paziente che cerca risposte: attendere un esame in certe situazioni cliniche scatena uno stato di stress che noi specialisti comprendiamo e di cui ci preoccupiamo a tutti i livelli. La colonscopia, infatti, è tra le prestazioni definite dal Piano Nazionale Liste di Attesa 2025-2027 e come tale viene monitorata: su questa prestazione la Direzione strategica dell’Asl ha posto particolare attenzione, anche con la programmazione di investimenti in termini di risorse umane e tecnologiche volte all’incremento dell’offerta e con il governo della domanda. Poiché le risorse sono limitate, è necessario individuare chi può attendere e chi, invece, ha un bisogno urgente: i criteri di appropriatezza ci guidano e li condividiamo continuamente con i medici di medicina generale che sono i primi prescrittori. Nella difficoltà di incrementare in tempi brevi il numero delle colonscopie tradizionali, nella ricerca di rapide strategie per dare risposte appropriate in modo sostenibile, si sono programmati diversi interventi di formazione sull’appropriatezza e si sono cercate alternative efficaci e sicure per i pazienti. La colonscopia virtuale è una di queste».

L’alternativa diagnostica

Si tratta di una tomografia computerizzata (TC), che ha dimostrato la possibilità di effettuare un’accurata diagnosi, pari a quella della colonscopia tradizionale. È una metodica meno invasiva, meno rischiosa e meglio accettata e tollerata dal paziente rispetto alla colonscopia tradizionale e  consente una valutazione panoramica dell’addome molto utile per identificare anche patologie extracoliche. Non consente la rimozione dei polipi o l’esecuzione di biopsie o altre manovre tipicamente endoscopiche ed espone a pur minime radiazioni ma rappresenta una metodica sicura ed efficace in pazienti selezionati.

Questo progetto si pone l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa delle colonscopie tradizionali, mantenendo un alto livello di sicurezza diagnostica. Che si raggiunge identificando, all’interno delle liste di attesa della colonscopia tradizionale stessa, i pazienti candidabili alla colonscopia virtuale. Sebbene non sostituisca completamente la colonscopia tradizionale, la colonscopia virtuale offre una valida alternativa per una selezione di pazienti, contribuendo a ottimizzare le risorse, a migliorare l’accessibilità alle prestazioni e ad assicurare che i pazienti più critici possano essere seguiti dalla Gastroenterologia. Il progetto è già avviato, ed è già nella fase di selezione dei pazienti idonei per la colonscopia virtuale attraverso le liste di attesa per la colonscopia tradizionale.

Utilizzi specifici

La colonscopia virtuale si mostra  particolarmente utile nei pazienti fragili, anziani, cardiopatici, con rischi anestesiologici elevati, per i quali è particolarmente pericoloso affrontare il rischio di una complicanza endoscopica, che seppure bassa esiste sempre, in quanto la colonscopia tradizionale è un esame invasivo, che ha comunque un minimo rischio di perforazione, con necessità di un eventuale successivo intervento chirurgico che per certe tipologie di pazienti può essere molto gravoso. Oppure in pazienti che per vari motivi non abbiano potuto concludere precedentemente una colonscopia tradizionale o per coloro che psicologicamente rifiutino la colonscopia tradizionale, così come in pazienti in doppia terapia antiaggregante per stent coronarico per i quali comunque non si potrebbero effettuare polipectomie.

Naturalmente, la colonscopia virtuale non può essere appropriata per tutti. Infatti, nel sospetto di patologie che richiedano una diagnosi o una stadiazione endoscopica o istologica, come nei casi di diarrea, di alto rischio di cancro del colon retto o di necessità di azioni terapeutiche di vario tipo, la colonscopia tradizionale risulta superiore alla colonscopia virtuale e, pertanto, in questi pazienti non si proporrà la sostituzione.

«Si tratta di un progetto concreto, il cui obiettivo è quello di mettere la persona assistita al centro –  ha aggiunto  la dottoressa Francesca Bisanti – Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti organizzativi e clinici che danno concretezza a questo progetto.  Dal punto di vista clinico, la colonscopia virtuale non è una soluzione di ripiego, ma una scelta razionale basata sull’appropriatezza. È una metodica validata, indicata in specifiche situazioni cliniche, e questo progetto nasce proprio per valorizzare l’integrazione tra diagnostica radiologica e gastroenterologia». L’identificazione dei pazienti idonei non avviene in modo automatico, ma attraverso una stretta collaborazione specialistica, un’attenta valutazione dei dati clinici presenti nelle richieste e, dove necessario, un confronto con il medico curante. Questo è fondamentale per garantire la sicurezza e l’efficacia del percorso.

Organizzazione del servizio

• Identificazione dei pazienti idonei per la colonscopia virtuale dalla lista d’attesa per la colonscopia tradizionale.
I pazienti idonei vengono contattati direttamente dalla Radiologia tramite telefono o mail.
• Viene loro proposta la colonscopia virtuale come alternativa, non come obbligo, ma come opportunità di anticipare i tempi e ricevere un esame diagnostico di pari qualità.
• In caso di accettazione, tutto il percorso è guidato e accompagnato: dalla preparazione, al consenso, fino all’esecuzione dell’esame e al referto.
«Abbiamo definito percorsi accelerati per quei casi in cui l’esame virtuale segnali la necessità di un approfondimento: entro 90 giorni per interventi non urgenti, entro 10 giorni per sospetti oncologici. Questa organizzazione è stata resa possibile grazie al supporto della Direzione Generale e alla collaborazione e all’integrazione tra la Radiologia, la Gastroenterologia e il Governo Clinico», spiegano dall’Asl To4.

Il duplice obiettivo

1. Ridurre i tempi d’attesa per i pazienti più fragili o a rischio.
2. Liberare risorse per chi necessita dell’endoscopia tradizionale per motivi terapeutici o di alta complessità.

«La recente esperienza del 2019 nella nostra Asl ha dimostrato che la conversione di 500 prestazioni da colonscopia tradizionale a colonscopia virtuale ha portato a una riduzione significativa dei tempi di attesa. La positività dell’esame virtuale è risultata essere circa il 5%, indicando che una piccola percentuale di pazienti necessita di un successivo approfondimento tramite colonscopia tradizionale», concludono.

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